Hogwarts: Il Paiolo Magico - {Harry Potter GDR}

Piccoli Primini Crescono

Role tra Leonard e Lonnie

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    Per Dreadlight

    Ciao! È tutto tuo ^^






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    Leonard Cooper


    Data di nascita: 15/07/2012
    Anno Accademico: Primo
    Stato di sangue: Nato Babbano
    Casata:

    Serpeverde


    Scheda PG: Leonard Cooper

    Narrato
    - Parlato -
    Pensato




    Doveva esserci. Doveva pur esserci. Ma dove?
    Leonard stirava il collo e si reggeva sulla punta dei piedi per cercare di leggere i titoli posti su uno scaffale. Troppo in basso per prendere la scala, ma troppo in alto per il ragazzino ancora in fase di crescita.
    Si reggeva con una mano aggrappata al legno della libreria, mentre cercava di farsi più alto possibile. Ma niente da fare, non riusciva a leggere.
    Aveva spulciato numerosi volumi che parlavano di incantesimi e battaglie contro maghi oscuri, ma nulla che assomigliasse all’incanto che stava cercando.
    Come fare a intrappolare i nemici come faceva il suo beniamino spider-man?
    Alla fine, avvilito, si accontentò di guardare sulle mensole più basse e iniziò a far scorrere l’indice sopra le copertine dei volumi. Ogni tanto inclinava la testa per leggere meglio qualche titolo.
    Era concentrato su quell’operazione, tanto da non notare ciò che gli accadeva intorno. Tanto non c’era nulla di interessante.
    Forse era l’unico studente a passare le giornate in Biblioteca.
    Gli altri andavano e venivano, facevano qualche ricerca, prendevano in prestito o restituivano un libro, ma niente di più.
    Leonard invece adorava la calma e la quiete di quel luogo, sempre silenzioso, sempre pacato. Poteva studiare, leggere, scoprire e fantasticare. Nessuno lo disturbava mai.
    La bibliotecaria era poi una signora così gentile! Quasi amorevole. (Sì, Leonard aveva esattamente questa opinione)
    Trovò un libro intitolato ‘Intrappolare la trappola’. Non aveva idea di cosa parlasse, ma tanto valeva dare un’occhiata.
    Quindi prese il volume e lo portò al tavolo lì vicino, dove erano poggiate le sue cose.
    Si sedette e iniziò a sfogliare le pagine, con non troppo interesse.



     
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    Lonnie Price | 11 y. o. | I anno | Scheda

    Giunse al tavolo di Leonard dopo una mezza dozzina di ‘sta zitto, Lonnie!… un paio di via di qui!… tre non se ne parla proprio e un irripetibile se ti siedi qui vicino a me giuro che mi metto ad urlare così forte che ti fermo lo sviluppo.

    La vita è ingiusta, caro Lonnie.
    Appena provava ad attaccare bottone si mettevano subito sulla difensiva… ma perché, poi? Per quel giorno di Novembre che si era dato fuoco con le candele? O forse per quella volta che si era portato un tè caldo da sorseggiare? A qualcuno infastidiva il risucchio?!? Bah

    Chiaro che ci fosse rimasto male.
    A chi piaceva prendere rimbalzi? Manco ai palloni… si sentiva incompreso, proprio perché sapeva di essere un’animale sociale. L’elevata percezione che aveva di sé tramutava tutti gli altri in dei maledetti cafoni.

    Proprio sul principio di un lamento intravide il tavolo sguarnito del buon Cooper. Lo raggiunse a grandi falcate e un sorriso da venditore di dizionari porta a porta.
    Il sorriso delle ultime occasioni, teso e speranzoso.
    Ehi coop
    Lo trovava un buon diminutivo. Si prendeva quel genere di confidenze con la stessa foga di Hansel e Gretel con i davanzali di pan di Spagna.
    Sei davvero fortunato… pensa che non ho ancora trovato un tavolo libero!
    La faccia da miglior offerente. Il tutto, chiaramente, con un tono di voce da trombone a pistoni.
    Allora? Che dici? Studiamo assieme?
    Aveva già le mani sulla sedia; dietro gli enormi occhiali rotondi si agitavano due occhietti da maialino: vispi e un po’ infingardi.



     
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    Leonard Cooper


    Data di nascita: 15/07/2012
    Anno Accademico: Primo
    Stato di sangue: Nato Babbano
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    Scheda PG: Leonard Cooper

    Narrato
    - Parlato -
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    ‘Intrappolare la trappola’ si rivelò un libro di giochi di parole, filastrocche e simili. Nulla di interessante quindi.
    Leonard fece un sospiro e stava per mettere via il libro quando un altro ragazzino arrivò al suo tavolo. Era uno studente del suo stesso anno, ma appartenente a un’altra Casa.
    Lonnie, così si chiamava. Leonard si ricordava di lui grazie ai capelli di una tonalità particolare che era difficile non notare.
    - A dire il vero il mio cognome è Cooper - rispose al saluto, pensando ingenuamente che ‘Coop’ fosse un errore in buona fede.
    - Alla bibliotecaria non piace che si parli così forte - aggiunse poi.
    Leonard stava infatti usando un tono di voce talmente basso da essere in pratica un sussurro, a differenza dell’altro. Pensò quindi di fargli notare il volume della voce non consono a una biblioteca, pensando ingenuamente a un errore in buona fede.
    Il commento sulla difficoltà a trovare un tavolo libero gli parse bizzarro. Dopotutto non solo lui ne aveva trovato uno senza problemi, ma ne riusciva a vedere almeno un paio sgombri proprio in quel momento.
    Ma non disse nulla, ingenuamente pensando che fosse un errore in buona fede.
    Non era abitudine di Leonard essere scortese, quindi all’auto-invito di Lonnie si limitò a fare spallucce per fargli capire che non era un problema.
    Poi, silenziosamente e con cura, richiuse il libro di giochi di parole e si alzò per andare a posarlo.
    Perché era così difficile trovare quello che cercava?
    Leonard aveva appena riposto il volume esattamente nella nicchia da cui lo aveva preso, che già passava in rassegna gli altri titoli. Ma nessuno lo ispirava.
    Finalmente ne trovò uno intitolato ‘Maghi Oscuri del Settimo Secolo’. Lo prese e lo portò al tavolo, dove silenziosamente e con cura iniziò a sfogliarlo.
    Non era sua intenzione ignorare Lonnie, ma aveva pensato ingenuamente che l’altro giovane studente avrebbe apprezzato quiete e tranquillità. Ecco perché non stava interagendo in alcun modo. In altre parole pensava che lasciandolo da solo gli avrebbe mostrato cortesia e rispetto. Questo, unito anche al fatto che Leonard non fosse di per sé un tipo espansivo con gli estranei. Né era bravo a capirli.
    Gli sarebbe bastato alzare lo sguardo dalle pagine per intuire di aver frainteso completamente.



     
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    Lonnie Price | 11 y. o. | I anno | Scheda

    Rimase a fissarlo per un po', passando dall'intontito all'incredulo con grattatina alla nuca incorporata: sembrava che al Cooper non gli importasse di niente eccetto i libri.

    Era appena tornato con un volume nuovo... beh si fa per dire. Avevano tutti uno strato di polvere sufficiente per far starnutire un toro.
    Guarda che lo so come ti chiami...
    Particolare sottolineatura di quella consapevolezza con un sottotesto chiaro: non sono mica un'idiota!
    Quanto alla bibliotecaria fu Lonnie a fare spallucce - giusto perché si trovava fuori dal loro raggio d'azione. Quella donna metteva i brividi. Tutte le donne a ben pensarci gli mettevano i brividi.
    Che poi se ci pensi è una follia
    Lo disse sedendosi.
    Lamentandosi
    Quel principio sempre un po' lagnoso con cui iniziava le arringhe. Si tolse il libro d'Erbologia sottobraccio mentre l'altra mano rispediva gli occhiali al proprio posto, sulla cima del naso e ben piantati alla fronte. La posa del polemico di professione.
    Questo è un luogo di incontro, no? Guarda quanta gente...
    Mosse la testa sperando che l'altro facesse altrettanto, per guardare tutti quei tavoli e tavoli pieni di persone che l'avevano rimbalzato.
    Maledetti.
    Utili perlomeno a confermare la propria tesi.
    La biblioteca è fatta per incontrarsi, dai... questa cosa del silenzio non lo so chi l'ha inventata...
    Si prese uno sssshh! di quelli poderosi, con annesso cazziatone in stile grido soffice. Quelle del settimo anno erano le più brave a gridare sottovoce.
    QUI MI STO GIOCANDO I M.A.G.O., IO!
    Si si ho capito... scusami tanto...
    Ma non capiva niente, Lonnie. Tranne di dover ingranare la retromarcia al volo per risparmiarsi uno schiantesimo.

    Riattaccò con Leonard non appena si calmarono un po' le acque, stavolta con il tono di un topolino bianco.
    ... se uno vuole stare solo prende un libro e se ne va al bagno
    Altra teoria non completamente sbagliata.
    Ne aveva tante, Lonnie Price.
    Come tutti i bambini petulanti che non stavano mai zitti.
    Si sporse verso il compare per sbirciare la copertina.
    Mi aiuti con Erbologia?
    La ragazza di prima, percepito il tono, drizzò le antenne un'altra volta; il Tassorosso stavolta intuì e alzò i palmi subito. Mani in alto. Con un sorrisino da angioletto terrorizzato.
    Questa mi mena, coop - un bisbiglio a labbra fermissime.
    Non era malaccio come ventriloquo.



     
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    Leonard Cooper


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    Leonard aveva appena iniziato a sfogliare qualche pagina, che si bloccò di colpo, con lo sguardo nel vuoto. Mantenne un’espressione perplessa anche quando alzò la testa.
    Trovava la teoria di Lonnie quantomeno insolita.
    La biblioteca un luogo d’incontro?
    Il ragazzino aveva sempre trovato solitudine, quiete e serenità fra quegli scaffali. Non avrebbe saputo trovare un concetto più antitetico di quello. Ma il Tassorosso pareva crederci fermamente, quindi si astenne dal fare commenti, per non urtare la sensibilità dell’altro.
    Stava per tornare sul libro, quando si bloccò nuovamente, con rinnovato scetticismo, al proseguire dell’arringa.
    Leggere in bagno poteva non essere salutare. Inoltre perché quello dovrebbe rappresentare il concetto di ‘voler stare soli’?
    Per un momento la fervida immaginazione di Leonard lo portò a vagliare l’ipotesi di bagni mirati alla socializzazione, dove tanti ragazzi si riunivano attorno a un tavolo per fare giochi di società, ma con gabinetti al posto delle sedie.
    A quell’idea bislacca gli sfuggì un risolino divertito, che coprì con la mano per attutirne il suono.
    Scosse lievemente la testa per scacciare quella buffa scena dalla mente e tornare al suo libro. Ma ecco che Lonnie tornava alla carica, chiedendo aiuto per i compiti di Erbologia.
    Pareva che con ‘studiare insieme’ l’altro intendesse una collaborazione diretta e che prevedeva interazioni. Opzione nemmeno minimamente vagliata da Leonard fino a quel momento.
    Con aria rassegnata, il ragazzino scostò lievemente il volume che aveva davanti e si voltò verso Lonnie, a fargli intendere che aveva la sua attenzione.
    Leonard non era un genio in Erbologia, ma aveva già finito tutti i compiti, quindi magari poteva dare una mano.
    Ed ecco che una studentessa mostrò disappunto per l’incessante parlare del suo compagno di studi.
    In realtà non era la prima volta, ma Leonard notò la cosa solo in quel momento.
    Quindi si domandò come mai la ragazza fosse tanto spazientita.
    Ma no, vedrai che non ti fa niente pensò in rimando al commento di Lonnie. Pensò soltanto però.
    Non si sentiva ancora a suo agio abbastanza da dare fiato ai suoi pensieri se non fosse stato necessario. E il nomignolo affibbiatogli non aiutava nel processo.



     
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    Lonnie Price | 11 y. o. | I anno | Scheda

    Questa cosa che l'altro non parlava mai cominciò a turbarlo quasi quanto i cazziatoni intorno.
    Forse di più?
    Perché la rabbia della gente la conosceva già, era quel silenzio oltranzista a confonderlo. S'inquietava facilmente con l'ignoto. Non sperimentava mai niente senza aver visto almeno tre persone uscirne sane e salve: spiedini di maiale, misture di pozioni, incantesimi di difesa contro le arti oscure... mandava in avanscoperta gli altri.

    Solo che non c'erano cavie per Leonard Cooper.
    Era egli stesso, potenzialmente, il primo pazzo a dividerci un tavolo; la voglia di sloggiare fece capolino assieme ad un sorriso forzato. Guardandosi intorno, tuttavia, realizzò che la compagnia di uno stramboide era comunque meglio di niente.
    Non voleva stare solo, Lonnie.
    Né essere continuamente disprezzato.

    Per un attimo gli parve di vederlo sorridere e la cosa lo rincuorò.
    C'era speranza.
    Guarda
    Girava veloce le pagine di “Mille Erbe e Funghi Magici”, picchiettando l'indice sulla pagina del Dittamo.
    Ho sentito dire da uno che l'ha sentito da un altro del terzo che il Jackson e l'Opheim fanno sempre la stessa domanda...
    Lasciò che un pizzico di suspance s'insinuasse; le menti come quella del Cooper andavano prima ingolosite.
    ...solo che la risposta non me la vogliono dire...
    Maledetti
    Si divertivano sempre un mondo a metterlo di mezzo.
    ...è una specie di trabocchetto, ci sarà di sicuro nella verifica...
    Si schiarì la voce e s'aggiustò gli occhiali, pronto finalmente a vuotare il sacco
    Se è vero che il Dittamo fa ricrescere la pelle e guarisce le ferite, perché in alcuni casi restano le cicatrici?
    Era un dubbio reale.
    Ed era dannatamente reale la voglia di sentirlo esporsi, rompere quel voto di silenzio.



     
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